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Logopedia e alimentazione

Sviluppo alimentare e parafunzioni orali dell’età evolutiva: correlazioni coi Disturbi del Linguaggio

De Luca N., Gaffarelli E. e Bonazzi S., Melara D.
Corso di Studi in Logopedia
Dipartimento di Scienze Biomediche e Chirurgo-Specialiste
Anno Accademico 2016/2017

ABSTRACT: Sul tema dello sviluppo alimentare e delle abitudini viziate di suzione non-nutritiva si
intrecciano diversi riferimenti di ambito culturale, sanitario, sociale e scientifico.
In letteratura è sostenuto e dimostrato ampiamente come perduranti abitudini di suzione non nutritiva,
abbiano degli effetti negativi sullo sviluppo anatomico del distretto oro-facciale,
determinando delle malocclusioni ed uno squilibrio muscolare oro-facciale.
Inoltre l’uso del ciuccio, del biberon, del bicchiere col beccuccio, del succhietto protratti nel tempo
ostacolano la possibilità di compiere esperienze orali motorie che permetterebbero di aumentare il
controllo e la precisione dei movimenti oro-facciali. Vi è una vera e propria gerarchia nello sviluppo
delle capacità motorie delle strutture fono-articolatorie, e da questa gerarchia dipende anche un
corretto sviluppo dei movimenti fono-articolatori.

OBIETTIVO: Lo scopo di tale studio è comprendere se le abitudini viziate di suzione possano
costituire un fattore di rischio, oltre che per il Disturbo fonetico, già confermato in letteratura, anche
per altre problematiche del linguaggio, quali il Ritardo specifico espressivo, il Disturbo fonetico fonologico
e il Disturbo del linguaggio espressivo.

MATERIALI E METODI: A seguito di una ricerca in letteratura di materiale di supporto, si è deciso di
impostare la ricerca in base ad una, svolta in Cile, su bambini prescolari (36-70 mesi) nel 2009, che
ha mostrato come le abitudini non-nutritive di suzione siano associate a disturbi del linguaggio nei
bambini in età prescolare. Per la raccolta dei dati, quindi, è stato tradotto il questionario di auto somministrazione
ai genitori di tale ricerca, e sono stati aggiunti ulteriori quesiti interessanti per la
ricerca. I questionari sono stati distribuiti, a delle logopediste che lavorano in regime privato e alle
coordinatrici di quattro scuole private della provincia di Bologna, a cui è stato richiesto di
distribuirli a loro volta ai genitori di bambini di bambini di età compresa tra i 36 e i 70 mesi. Si
sono venuti così a costituire due gruppi di campioni: un gruppo formato da 66 bambini a carico
logopedico per il trattamento di disturbi di linguaggio, ed un secondo gruppo di 66 bambini
frequentanti le scuole dell’infanzia, senza patologie rilevanti ai fine della ricerca.
I dati raccolti attraverso l’auto-somministrazione da parte dei genitori del questionario, sono stati
oggetto di un’analisi statistica che si è avvalsa di appositi software (SPSS e STATA12).

RISULTATI: Diversi dati, ottenuti dall’analisi statistica, sono a supporto della tesi del presente
elaborato. Nello specifico, si è riscontrato una maggiore probabilità di rilevare un disturbo del
linguaggio quando vi è un tempo protratto ed un’elevata frequenza di uso del succhietto durante la
giornata; un tempo protratto di utilizzo del biberon e del bicchiere con il beccuccio ed una
introduzione tardiva del bicchiere.

CONCLUSIONI: Risulta quindi che alcune abitudini viziate di suzione siano associate coi Disturbi del
Linguaggio. Esse potrebbero effettivamente ostacolare la possibilità di compiere esperienze orali
motorie e di raggiungere un corretto grading mandibolare, abilità da cui prescinde un buono
sviluppo del linguaggio. La riflessione che emerge è che tale consapevolezza possa diventare uno
strumento di aiuto al percorso educativo dei genitori. Inoltre, la conferma da parte dell’elaborato che
alcune abitudini viziate di suzione siano fattori di rischio per l’instaurarsi di un disturbo del
linguaggio, fortifica l’idea che si possano fare degli studi più completi sull’argomento.

Questo articolo è di Dalia Melara clicca qui per vedere il mio profilo

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